Codice fiscale inverso: limiti alla decodifica del codice fiscale

Il codice fiscale proprio per definizione comunica una serie di dati, appunto, in codice, che possono essere in parte compresi agevolmente, ma per altri versi, non sono sempre di facile interpretazione. Il codice fiscale rappresenta un trait d’union tra la sfera privata e quella pubblica, in modo particolare l’Erario che tende ad incamerare quanti più dati possibili dei cittadini, al fine di ricostruirne il profilo anagrafico e fiscale. In questo articolo vedremo in dettaglio i limiti e come funziona l’algoritmo che calcola il codice fiscale inverso cioè quel procedimento che permette di ricavare i dati anagrafici di una persona dal proprio codice fiscale.

Decodifica del codice fiscale online

Attualmente, esistono moltissimi siti che offrono servizi per decodificare il codice fiscale e, di solito, funzionano a meraviglia, basta solo digitare il Codice Fiscale per ottenere il maggior numero possibile di dati. A tal proposito se vuoi approfondire l’argomento ti segnalo questo sito che permette di calcolare il codice fiscale inverso in modo rapido e semplice oltre ad essere disponibile in diverse lingue.

Attenzione, però, agli errori, infatti, in alcuni casi, il codice calcolato tramite queste applicazioni può elaborare risultati errati dovuti ad una serie di combinazioni che si verificano e che inficiano la corretta elaborazione dei dati.  Ad esempio, all’interno di uno stesso comune ci possono essere due persone che non solo si chiamano allo stesso nome, ma per uno scherzo del destino, sono nati addirittura lo stesso giorno, si tratta della temibile omocodia che viene risolta agevolmente dall’Agenzia delle Entrate, ma che può determinare la presenza di errori nei servizi di calcolo automatico.

La struttura matematica della realtà si riflette nel codice fiscale inverso

Il filosofo Pitagora riteneva che la realtà avesse una struttura matematica e, in effetti, il codice fiscale rappresenta una prova tangibile del fatto che il linguaggio matematico, per quanto possa essere demonizzato da chi non ne comprende la reale portata, semplifica la vita.

Infatti, in questa successione così ordinata di lettere e numeri troviamo delle informazioni inserite in una sequenza ben precisa:

  • Le sei lettere iniziali contengono consonanti contenute nel nome e nel cognome. Naturalmente non è detto che in un nome od in un cognome ci debbano essere necessariamente tre consonanti, allora, in questo caso, si aggiunge una X finale, quindi laddove troviate questa lettera potete tranquillamente dedurre che il cognome o il nome non contengano la terza consonante;

 

  • Successivamente troviamo i due numeri finali della data di nascita;

 

  • La caratteristica principale del codice fiscale è proprio questa alternanza tra lettere e numeri, per cui subito dopo l’anno di nascita si trova una lettera che identifica il mese di nascita. Per esempio per il mese di Ottobre la lettera sarà la R;

 

  • A seguire troviamo le cifre che riportano il giorno della nascita. Nei codici fiscali femminili si trovano, a volte, anche dei numeri superiori a 30 per indicare la data di nascita. Come mai? La risposta è molto più semplice di quanto si potrebbe pensare, infatti, al numero della data di nascita si aggiunge 40, ecco il perché a volte si trovano numeri come 59 o 60, difficilmente decodificabili come giorno della nascita;

 

  • Gli ultimi 3 valori numerici contengono un riferimento al Comune o allo Stato estero in cui si è nati. Questi ultimi valori si ritrovano uguali, naturalmente, in tutti i codici delle persone che sono nati nello stesso luogo;

 

  • Alla fine di questa successione alfanumerica troviamo il cosiddetto carattere di controllo, che risulta veramente difficile da decodificare, in quanto, il procedimento che si segue per la sua attribuzione risulta abbastanza complesso. Infatti, dalla combinazione tra i dati che costituiscono il codice fiscale unitamente ad alcune tabelle si ottengono alcuni dati. Alla fine, si divide la somma dei dati ottenuti per 26. In questo caso si tratta di un procedimento che non è facile da riprodurre, per cui questo rappresenta un ulteriore limite alla decodifica.

 

Da quanto detto finora si capisce come non sia possibile ricavare in modo certo tutti i dati anagrafici. Per esempio non è possibile decodificare in maniera univoca il nome ed il cognome. Questo perché in primo luogo le consonanti del nome e del cognome danno indicazioni abbastanza aleatorie, poi anche per il fatto che ci possono essere milioni di nomi e cognomi con le stesse consonanti. Questo limite alla decodifica, in realtà, mira a salvaguardare la privacy.

In alcuni casi, spesso per ragioni di lavoro, è necessario stabilire se il codice fiscale che si deve decodificare sia valido o meno, come fare a capire se qualcuno ci ha fornito dei dati veritieri o meno? L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione un’applicazione per verificare se il codice è valido o meno.

Ovviamente, un simile servizio non permette di individuare i dati personali del soggetto di cui si inseriscono i dati, per cui diciamo subito che se si desidera conoscere il nome ed il cognome questo non è possibile. Non esiste neanche online un modo per ricostruire in modo assolutamente preciso gli elementi legati al nome ed al cognome.

Conclusioni

In conclusione, dunque, possiamo dire che i limiti al calcolo del codice fiscale inverso sono diversi, perché è vero che l’identificazione può avvenire per alcuni elementi, ma per altri, non è possibile ricostruire la corrispondenza precisa tra lettere, numeri e dati personali.

I servizi online offrono un valido aiuto nella decodifica o nel calcolo del codice, ma, in alcuni casi, è sempre presente quella minima probabilità di errore imputabile a situazioni imprevedibili che possono verificarsi per una serie di fattori di diversa origine.