Da anni il nostro Paese sta affrontando il problema dal calo delle nascite. Le proporzioni del fenomeno sono preoccupanti e in molti si interrogano sui reali motivi che conducono a questo. La Scienza ha saputo progredire tanto e la mortalità prima del parto dei bambini e dopo la nascita si è abbattuta, nonostante questo le nascite calano per il calo procreativo.
I numeri del Calo delle Nascite
Lo scorso anno i vari uffici anagrafe italiani hanno registrato circa 450 mila nascite nel nostro Paese, 128.000 in meno rispetto al 2008. Si ritiene generalmente che il calo delle nascite sia un fenomeno che interessa le mamme italiane mentre quelle straniere al contrario sostengono la demografia.
L’analisi dei dati smentisce anche questo: tra le mamme italiane il calo nel 2018 rispetto all’anno precedente è stato di 8 mila nascite ma anche tra la popolazione straniera in Italia si registra un calo rispetto al 2017 anche se decisamente più contenuto, solo 1000 nati in meno.
La media dei figli in Italia è di 1,32 per ciascuna donna che è il dato peggiore dal 2004 ad oggi. Con questo dato la popolazione italiana è destinata a ridursi drasticamente nell’arco di qualche decennio e con questo anche l’Economia italiana è destinata al disastro.
Sempre più anziani, quindi pensioni, sempre meno giovani potenziali lavoratori, quindi produttori di crescita e di contributi previdenziali, il rischio di progressivo impoverimento degli anziani non è ipotetico ma reale.
Colpa della crisi?
In molti imputano la colpa del calo delle nascite alla crisi che stiamo soffrendo da molti anni. Se ci riferiamo al periodo temporale in cui si sta verificando il calo delle nascite, notiamo una sovrapposizione tra i due fenomeni che fa pensare che il principale responsabile sia proprio la crisi.
Maggiore precarietà del lavoro, la forte difficoltà a trovare un lavoro soprattutto da parte dei giovani che potrebbero dare impulso alle nascite, la difficoltà per motivi economici ad iniziare una vita comune, matrimonio o convivenza che sia e poi i costi di asili nido, latte artificiale, pannolini, tutto ciò che occorre ad un bambino.
Il Ministro della Famiglia dell’attuale governo sta lanciando un provvedimento di allargamento dei contributi alla maternità e sconti su latte artificiale e pannolini ma questo basterà a incrementare le nascite?
Com’è negli altri Paesi
Abbiamo fatto riferimento finora alla situazione nel nostro Paese ma vale la pena di guardare anche al di fuori dell’Italia: cosa succede in altri Paesi? Al momento la fertilità maggiore si riscontra in Svezia, Francia e Regno Unito mentre accompagna l’Italia nella classifica negativa la Polonia.
Nei Paesi dove la natalità è maggiore esistono politiche notevoli di sostegno alla natalità e alla maternità, un forte welfare che si traduce in prospettiva di crescita del Paese, non solo un passivo assistenziale. Queste politiche in Italia non sono nemmeno all’orizzonte e chissà se mai ci arriveremo.
In Italia lavoro e maternità sono difficilmente conciliabili, da un lato per comportamenti da parte di troppi datori di lavoro che pretendono l’allontanamento delle Donne che si sposano, in vista della possibile gravidanza, dall’altra per i costi di asili nido che erodono fortemente il reddito della lavoratrice rendendo antieconomico continuare a lavorare.
L’Orologio biologico
Tutti sappiamo bene che con l’incremento dell’età della donna si incrementano anche i rischi sia per la potenziale mamma che per il feto, in termini di malformazioni e possibili malattie di carattere genetico.
Lo studio e la successiva carriera della donna porta inevitabilmente ad una certa stabilità lavorative ed economica a età sempre più avanzata. Questo porta anche alle difficoltà di compatibilità tra ruolo lavorativo e maternità ma anche alla rinuncia alla maternità per timore di mettere al mondo bambini con problemi o di averli da parte della mamma stessa.
La rinuncia volontaria alla maternità è un problema effettivo che vede un progressivo incremento del fenomeno e si correla decisamente al calo delle nascite.